Ricerche effettuate

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Il 26 Ottobre 2007 entrai per caso nel negozio di elettricità del mio quartiere alla ricerca di una semplice lampadina. Mi colpì una vetrina assortita di Vintage Computer.  Al suo interno, con certosina disposizione, erano collocati diversi vecchissimi computers: Apple McIntosh, Commodore 64 con il suo Drive 1541, Olivetti, Sinclair ZX81 e poi Spectrum, QL, ecc. C’era anche una piccola scritta che diceva : “Per andare avanti a volte bisogna guardare indietro!”. Rimasi folgorato. Non sapevo neppure che cosa era il “Vintage Computer”.

La mia mente però volò immediatamente lontano, molto indietro nel tempo a quella immagine di una scatola in cui ricordavo di aver riposto chissà perché una mia vecchia scheda MK-82 e mi prese un improvviso desiderio nostalgico: chissà se potessi far funzionare nuovamente proprio quella scheda che riposi ormai ben più di 25 anni fa.  E inoltre perché non provare poi a costruirle finalmente quell’appropriato contenitore in legno anticato come mi era sempre piaciuto, per completare infine con un adeguato contenitore aggiuntivo ancora in legno per quella coppia di 8” drive che, ancora per caso, anni fa recuperai per riporli nel medesimo garage in attesa di tempi migliori… Perché non ri-provarci?

Mi sembrava di ricordare di aver gettato via quasi tutto : alimentatore switching della Adler, drives Basf 8″, monitor monocromatico Adler, case tipo scrivania con tastiera estesa inclusa, dischetti 8″ con il sistema operativo CP/M e anche tutto il restante software. Ecco che da quel giorno sono cominciate le mie ricerche attraverso internet per riscoprire e cercare di ricostruire la storia sicuramente italiana ma non solo di questa scheda SBC sicuramente unica nel suo genere.

I punti di partenza erano le pubblicità che avevo ritrovato:

– della scheda MK-82 prodotta dalla ADE Elettronica di Via San Martino,32 – 20030 Palazzolo Milanese (MI) sulla rivista italiana Bit del Febbraio 1982;

– della scheda BigBoard I prodotta dalla Digital Research Computers of Texas PO BOX 401565 – Garland 75040 Texas sulla rivista Byte stesso periodo;

– In europa invece la scheda originale veniva distribuita dalla Vincelord Ltd 47 Goldhurst Terrace – London NW6 (ma non ho mai approfondito le ricerche su questa società);

Successivamente rovistando per fare pulizia tra vecchie carte sono emersi rispettivamente:

– la ricevuta di acquisto della scheda (vedi immagine seguente a sinistra);
tutta la documentazione in italiano costituita da layout e schemi elettrici (6 pagine), descrizione del System Monitor 3.3 (14 pagine), descrizione degli schemi elettrici (14 pagine di cui riporto la prima nella immagine seguente a destra) ad esclusione del listato del Firmware del System Monitor..

Di seguito le pagine indicate :

   


Ma perché cambiare il nome in Italia da Bigboard I a MK-82? E perché questo nome?

   
Big Board I
USA Advertisement
“BYTE” Magazine Feb 1983
MK 82
Italian Advertisement

“Bit” Magazine Feb 1983

Scheda Italiana

Successive ricerche e scambio di email effettuate a partire dal Gennaio 2008 mi hanno portato a ritenere che con buona probabilità la scheda con il nome MK-82 (non saprei però dire il motivo del suo nome. Chissà forse MaKe on ’82?), ma soprattutto la conferma telefonica nel marzo 2021 con il titolare della allora ditta ADE Eletronica  fu esattamente il clone della scheda originale made in USA. Un pò come negli USA la scheda Kaypro-1 fu il clone (ovvero una copia non autorizzata) della Bigboard I  a differenza dello Xerox 820-1 che invece fu licenziato da Ferguson alla Xerox riprogettandone il layout del circuito stampato.

Nel caso della mia scheda MK-82 forse l’unica differenza poteva risultare nelle sole temporizzazioni di generazione del quadro video a causa del differente sistema video PAL Europeo rispetto a quello NTSC statunitense.

La ADE elettronica di Palazzolo Milanese (MI) era stata fondata il 1 Febbraio 1978 dal Sig. Donato Rinella nato in provincia di Potenza nel 1954 e a quel tempo residente in località OSPITALETTO a CORMANO (MI). Ho effettuato delle ricerche e delle visure camerali per cercare di rintracciarlo scoprendo che nel dicembre 1989 chiuse questa società e ne aprì altre sempre in provincia di Milano oggi Monza-Brianza.  Di lui si perdono le tracce  dopo il 2005, ma grazie alla rete internet a fine dicembre 2020 sono riuscito a trovarlo e il successivo colloquio telefonico nel marzo 2021 è stato davvero piacevole: un suo amico che effettuava continui viaggi tra l’Italia e gli USA gli portò la Ferguson Bigboard I in kit di montaggio. Di essa ne fu fatta la copia della scheda non popolata e messa in produzione perché all’epoca la trasportabilità dei programmi attraverso la piattaforma del sistema operativo CP/M insieme allo standard IBM 3740 del formato dischi consentivano di proporre un sistema completo ad un costo estremamente contenuto per piccole e medie aziende.

Una recensione all’epoca presente su una rivista (fonte: qui ) riportava:

 APRILE 1984 – TUTTOCOMPUTERFIERA

Milano, 21 aprile 1984 – … Fra le presenze nazionali va segnalata la Ade elettronica di Palazzolo Milanese, una giovane industria in grado di produrre un sistema gestionale completo denominato MK completamente compatibile con tutti i tipi di CP/M attualmente usati. Inoltre è stato interessante notare che anche da noi sono atto degli sforzi non indifferenti per contenere i prezzi ed alzare contemporaneamente la qualità dei prodotti. A proposito di ciò sempre la Ade Elettronica è in grado di offrire una unità centrale di 64 Ram, una tastiera professionale, un monitor 12″ e ben due drive da 5″ 1/4 che sono in grado di supportare un totale di 600 K di memoria di massa e una interfaccia RS-232 a poco piu´ di 3 milioni di lire. In questo caso assistiamo di fatto ad un tentativo di concorrenza con le macchine estere che vanno per la maggiore …

 Sulla rivista  MC Microcomputer Aprile 1985 a pagina 187, era presente un annuncio di vendita:

Vendo computer ADE Elettronica-64K CP/M 2.2 – 2 Disk (780K x 2) – 1 porta parallela 16 bit – 2 porte seriali RS232C – schermo ambra 12”, 1 dischetto di sistema e molti progr. regalo telefonare a sign.a Tavazzi 0373/84317 (prezzo 3.500.000 contanti).

La riproduzione della scheda in modo non licenziato non avveniva solo in Italia. Scoprii che potevano esistere altre schede “sorelle” (un plagio nel plagio!) ottenute semplicemente effettuando la fotocopia delle due facce del circuito stampato della scheda originale Bigboard I con suo successivo equipaggiamento da parte di autodidatti per scopo radioamatoriale (per impiego in “Paket Radio”: qualcuno ricorda KA9Q?). Infatti una email riportava:

Wed Sep 22 17:58:35 CDT 2004

I still have its variant, the “Bigboard”, on my table… last time I powered it on was almost five years ago, just to check if it still worked (it did). I must confess that it was an “unauthorized copy”…. A friend of mine bought the original kit from the US, then before assembling it the PCB was photographed (scanners in those years weren’t so common) in high resolution, masters prepared, and reproduced in a small number of copies for the friends. I got one, found the components, assembled it, and… it worked ! I even rewrote the CBIOS routines of CP/M for a block size of 1024, with the result of an increased capacity of the disk (and guaranteed  incompatibility with the rest of the world….).   I was young then…..

 Successivamente la ADE Elettronica, come confermato nella conversazione telefonica dallo stesso Donato Rinella nel marzo 2021, prese contatti con Prof. Ing. Marco Politi del Politecnico di Milano al fine di implementare interessanti espansioni onboard forse però suggerite dalle pubblicità presenti sulle riviste americane dell’epoca come la rivista Americana Microcornucopia.

Questa opportunità commerciale teneva conto del fatto di poter ampliare la memoria dinamica in piu pagine fino a 256KB con switch di banco ed utilizzare differenti floppy disk drive sia da 5.25” che da 8”, sia in Densità Singola che Doppia e potendo configurare temporaneamente o permanentemente differenti geometrie dischi allora presenti sul mercato che rendevano impossibile la trasportabilità dei programmi applicativi.

Il Politecnico di Milano sviluppò un firmware di sana pianta con la particolarità di avere il firmware localizzato in due EPROM 2716 in cui la prima erano presenti i comandi a livello BIOS che restava nascosto con switch di banco insieme alla memoria video mentre la seconda veniva ricopiata in DRAM ad indirizzo F800H e conteneva gli entry points per il CP/M.

 Ecco che, nella rivista BIT Magazine n° 38 dell’Aprile 1983, la ADE Elettronica pubblicizzava una scheda con il nome di MK-83 che rispetto alla scheda precedente disponeva di una CPU Z80 operante con clock a 4MHz, un Floppy disk Controller WD1797 FDC (in grado di gestire modalità DSDD), un connettore on board anche per drive da 5.35” (situato a fianco  del precedente per gli 8”), infine supportava EPROM di tipo 2732.

Bit Magazine n°39 – May 1983 page 71

La ADE Elettronica pubblicizzò successivamente anche sistemi completi con i nomi di MK-1000, MK-2000 e MK-3000 come ho avuto la modo di verificare nell’Agosto 2008 sulla rivista BIT Magazine degli anni 1983 e 1984 disponibile alla biblioteca del C.N.R. di Pisa (dove vivo) per ricercare manualmente su quali numeri e in quali date fossero presenti le pubblicità.


Bit Magazine n°39 – May 1983 page 129

Sulla destra in basso alla foto è possibile leggere i nomi dei sistemi della ADE: MK-1000 e MK-2000 le cui differenze erano costituite nella coppia di drive forniti nel sistema: n° 2 x 5” nel MK-1000 e n° 2 x 8” nel MK-2000 .

Tra le mie carte ho ritrovato anche i soli schemi elettrici di una scheda MK-83 della ADE Elettronica che costituiva il cuore del sistema MK-3000. Il sistema era costituito da un case dotato di video fosfori verdi e tastiera ed equipaggiato con la scheda MK-83. Disponeva di un case per una coppia di 5.25” floppy disk drive e da un case aggiuntivo con una coppia di 8” floppy disk drive. La sua peculiarità era quella di consentire agevolmente di riconfigurare i formati tracce/settori di svariati formati disco soft-sectored e consentire quindi sia la copia che il trasferimento di software verso il mainframe IBM.

Il sistema fu acquistato dal C.N.R. di Pisa (C.N.U.C.E.) il cui riferimento al tempo era l’Ing Alessandro Fortunati abitante a Livorno oramai in pensione.  Successivamente in quegli anni Stefano Groppioni, un operatore di data entry del C.N.R. realizzò una guida ancora disponibile QUI e che descrive il sistema MK-3000:

MK3000

Scheda Americana

La storia Americana della scheda sembra meno complessa ma più articolata: J.B.Ferguson, nel suo tempo libero, progettò la scheda BigBoard I, quindi realizzò alcuni circuiti stampati per il suo debugging. Alcune schede furono acquistate da conoscenti, altre furono intercettate da David J. Thompson (residente a Bend, Oregon) che intravedendo un business in questi sistemi creò la rivista Micro Cornucopia in cui sin dal primo numero #01, Jul 81 pubblicò il contenuto il sorgente Assembler della Eprom di sistema della scheda BigBoard I.

I numeri successivi della rivista Microcornucopia riportavano interessanti modifiche hardware e software al progetto della scheda completi di schemi, consigli e suggerimenti degli utenti che ne erano divenuti proprietari, come ad esempio: ampliamenti di memoria a 256KByte, aumento del clock di sistema da 2,5MHz a 4MHz, upgrade del Floppy Disk Controller con altri in modo da poter gestire 8” e 5” floppy disk drive sia in Singola che in Doppia Densità aumentandone in questo modo la flessibilità e capacità, ecc. Ovviamente erano presenti anche pubblicità di produttori che presentavano add-ons di ogni genere.

La scheda originale “Ferguson BigBoard I” riportava una specifica serigrafia al centro della scheda che la mia scheda Italiana MK-82 e successive ovviamente non aveva.

Successivamente J.B.Ferguson proseguì il suo percorso creando una ulteriore società di nome Cal-Tex con sede a San Jose (CA) nella Silicon Valley per progettare e produrre una nuova scheda con il nome di BigBoard II sin dall’Agosto 1982 (ovvero solo 6 mesi dopo la prima pubblicità italiana della scheda con il nome MK-82) mentre la sua prima pubblicità apparve sulla rivista Microcornucopia n°08, Oct 82.

 

 

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