Storia della GP secondo Ing.Pirri

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(Tratto da Pagina Web dell’Ing. Pirri non piu in rete ma salvata nel seguente PDF)
Storia del PC fiorentino [Retronomicon]

Nella seconda meta’ degli anni ’70, in collaborazione con alcuni docenti della Facoltà di Ingegneria, diversi studenti fiorentini appassionati di elettronica svilupparono progetti di piccoli calcolatori su scheda. Da queste iniziative nacque poi la General Processor, fondata da Gianni Becattini, Stefano Giusti e Franco Pirri.

Il primo prodotto di successo della GP fu il Child Z (1977), seguito dal Modello T (1979). Il nome voleva richiamare la prima auto prodotta in grande serie da Ford, ma era ripreso anche dalla T della televisione, dalla quale copiava alcune tecniche modulari della produzione in serie.

La strada scelta fu quella di una costruzione modulare, basata su una scheda madre piuttosto grande nella quale era posizionata la CPU e pochi componendi di base. La scheda madre supportava due bus separati, per la memoria e l’ingresso-uscita. Sul bus di memoria trovavano posto la RAM di sistema, la ROM di bootstrap e la scheda video. Le schede di I/O per il controllo delle periferiche stavano sul secondo bus.

Tecnicamente, si trattava di una soluzione interessante ed innovativa che ricalca quella che verra’ piu’ tardi adottata dai PC di seconda generazione (scheda madre con CPU e chip video, bus per periferiche ed altre schede aggiuntive).

La parte elettronica trovava posto sul fondo di un contenitore metallico sul quale venivano montati la tastiera, il video e due floppy da 5”e1/4. Le finiture esterne comprendevano parti in legno (come il primo microcalcolatore della Apple).

La costruzione modulare ci permise di strutturare in modo flessibile la produzione e di effettuare il collaudo delle singole parti con tecniche manuali, sostanzialmente con macchine di test autocostruite.

Franco Pirri completò il disegno delle schede elettroniche del Modello T nel Marzo del 1979 e la commercializzazione iniziò subito dopo. Nel 1980 veniva prodotto in media un Modello T al giorno.

Tecnicamente, il Modello T rimane molto interessante per l’architettura evoluta rispetto ai tempi. Esso era costruito con una scheda madre che conteneva la CPU e sulla quale erano posti moduli specifici per le varie funzioni su due bus diversi, uno dedicato alla memoria ed alla funzione video [connettori a 45 pin], l’altro dedicato all’ingresso-uscita (I/O) [connettori a 30 pin].

Circa un anno dopo, il 12 Agosto del 1981 la IBM propose il proprio modello 5150, chiamandolo “Personal Computer” e dando inizio ad una nuova era delle macchine calcolatrici.

Molti produttori tentarono di contrastare la diffusione del PC IBM proponendo propri modelli con esso non compatibili. Eccetto pochissime eccezioni tutti questi tentativi fallirono miseramente. Il mercato accettava invece macchine compatibili con il PC ed innumerevoli fabbricanti cominciarono a  clonare  il PC IBM.

Nel 1981 abbandonai la GP e mi dedicai con maggiore impegno al lavoro universitario.

La GP continuo’ l’attivita’ con un buon successo fino al 1984 circa.

Nel 1983 l’Olivetti ebbe un successo commerciale di livello mondiale con l’M-24, al quale però non riuscì a dare discendenti altrettanto validi.

Documentazione General Processor
Prof. Franco Pirri – Dipartimento di elettronica e Telecomunicazioni – 15 Gennaio 2005 – fpirri@ing.unifi.it

 

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